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Rabat (Marocco) |
12/07/12 |
ASSOCIAZIONE
INTERNAZIONALE DI GIURISTI PER IL SAHARA OCCIDENTALE CONVOCAZIONE
DEI GIURISTI E OSSERVATORI Il 12 Luglio 2012 in mattina si celebrerà nella Corte Penale di Salè (Marocco) il Processo Penale contro sei giovani studenti saharauis BRAHIM CHLEIH, LAHBIB MANSOUR, AHMED AYOUB, MOHAMED BAREK, SLEIMA Il MOUSAA, ed ABAILI SAID. Questa nuovo processo si farà dopo due sospensioni del processo, l'ultima il 29/06/2012, senza nessun motivo legale che giustificasse il rinvio. Situazione Personale: I sei studenti saharauis sono in carcere dl 16 di Aprile 2011, giorno del loro arresto nella città marocchina di Rabat per aver partecipato d una manifestazione pacifica di protesta per la morte violenta del loro compagno, lo studente saharaui, HAMMADI HABBAD per mano di di una "banda marocchina" Come sempre è importante la presenza di Osservatori Giuristi Internazionali ai nuovi processi, per cui tutti coloro che possono assistere si mettano in contatto con: Inés MIRANDA scrivendo a inesjuristas@gmail.com |
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Bologna |
10/07/12 |
il 10 Luglio dopo l'incontro dei bambini in Regione, ci sarà alle 17,00 in piazza maggiore un sit in con i bambini saharawi per Rossella Urru . |
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Sala Bolognese |
08/07/12 |
Domenica
8 Luglio - ore 17,30 |
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06/07/12 |
Javier Bardem gira un documentario per i Sarahwi, "un popolo ... Javier Bardem gira un documentario per i saharawi L'impegno per i diritti di questa popolazione che abita il Sahara Occidentale, considerato ancora territorio marocchino. L'attore spagno Bardem e sua madre a una manifestazione pro-Saharawi a Madrid (Reuters) Javier Bardem, che veste spesso i panni del cattivo/antieroe, ha girato un documentario sui Saharawi, gli abitanti del Sahara Occidentale. L'attore, riconosciuto a livello internazionale per il suo talento, spiega così la genesi del suo impegno: «Ho visitato i campi profughi per la prima volta nel 2008. Ho vissuto con loro nelle loro tende, ho diviso con loro il cibo e ascoltato le loro storie. Sono un popolo che dimostra grande dignità e capacità di resistenza. È una disgrazia internazionale che generazioni di Saharawi nascano, vivano e muoiano nei campi profughi mentre quelli rimasti nel Sahara Occidentale soffrono sotto la repressione nei territori occupati, dimenticati da oltre 20 anni. Nessuno ascolta la loro sofferenza». Poi la decisione di fare qualcosa per loro. «Chiesi come potevo rendermi utile. "Sei un medico? Un’infermiere? Un esperto di logistica?’" "No, ma posso aiutare a darvi una voce" ed è quello che ho fatto». Così con il regista Alvaro Longoria decide girare un documentario, Hijos de las Nubes, su quest’ ultima colonia africana. Il filmato è stato presentato di recente al Parlamento Europeo». COLONIA FINO AL '75 - La storia dei saharawi parte da lontano. Il Sahara Occidentale fu colonia spagnola dal 1884 fino al 1975. Dopo la Spagna, subentrarono il Marocco e la Mauritania. In seguito all’ostinata resistenza del Fronte Polisario (FP), il movimento per la liberazione del popolo Saharawi, la Mauritania rinunciò al territorio nel 1979. Il Fronte Polisario ottenne l' appoggio dall’Algeria mentre il Marocco quello della Francia e degli Stati Uniti. Per sfuggire alla guerra, la popolazione civile Saharawi fu costretta a scappare nei campi profughi in Algeria, dove vive ancora oggi. Il Primo Ministro (FP), Abdelkader Taleb Omar, precisa: «La popolazione civile in fuga veniva bombardata con il napalm e con il fosforo bianco». Nel 1991 si raggiunse un cessate il fuoco. Le Nazioni Unite (MINURSO) con l’accordo delle due parti, avrebbero dovuto organizzare per l’anno successivo un referendum di autodeterminazione. Questo referendum non ha ancora avuto luogo. Alcuni membri del Consiglio di Sicurezza (Francia e Stati Uniti) con il veto impediscono di fatto che il mandato della MINURSO includa la tutela dei diritti umani, con conseguenti gravi violazioni per il popolo Saharawi. Un protocollo ‘chapter 6’, come in Rwanda, che non permette di intervenire per difendere i civili. LA PRIMAVERA ARABA PARTITA DA QUI - Ma ogggi è possibile pensare a una primavera Araba nel Sahara Occidentale? Ed è probabile una ripresa della lotta armata? Bardem spiega: «Mi preoccupa sentire sempre più giovani disposti a riprendere la lotta armata». Le testimonianze raccolte nei campi profughi in Algeria sembrerebbero confermare questa tesi. Il segretario generale dell’unione studenti (UJSARIO), Ahmed Lehbib Abdi, dichiara in un perfetto inglese e con grande eloquenza che «per avere un reale poter di negoziazione con il Marocco, bisogna procuragli perdite economiche, per costringere il governo ad una seria volontà di negoziare». Secondo lui, la Primavera Araba, sul modello egiziano o tunisino, non potrà mai funzionare nel Sahara Occidentale perché la capitale del Sahara Occidentale è Rabat, ossia si trova in territorio marocchino, e non è El-Ayoun (antica capitale del Sahara Occidentale). La pacifica resistenza di oltre 20 mila persone a Gdeim Izik nell’autunno del 2010 finì nel sangue con la repressione marocchina. Secondo il filologo Noam Chomsky, l’evento è stato l’inizio della Primavera Araba. Di fronte alle mancate promesse per un futuro inesistente, una giovane generazione, ben istruita, si chiede: dopo 20 anni di negoziati pacifici che non hanno portato a nulla, si sta perdendo l’occasione per una Primavera Araba Saharawi? Il recente naufragio dei negoziati delle Nazioni Unite di maggio, in seguito al rifiuto del Marocco di riconoscere l’autorità dell’inviato speciale Christofer Ross, non è di buon auspicio. INTERESSI EUROPEI - Il Ministro degli Affari Esteri (FP), Ould Salek, dai campi profughi, aggiunge «Mi rivolgo all’Europa ed all’Italia. L’attuale situazione esplosiva nel Sahel non può essere ignorata. Un mantenimento dello status quo da parte dell’Europa per motivi di sicurezza (ed dei suoi interessi) sarà controproducente se non si terrà conto di questo conflitto irrisolto». Fra questi interessi vi sono gli importanti accordi di pesca con il Marocco (le acque del Sahara Occidentale sono le piu’ pescose di tutta l’Africa) e la sua ricchezza in fosfati. Davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Javier Bardem ha dichiarato: «La Primavera Araba ci ha mandato un segnale chiaro, il popolo [Saharawi] deve potersi esprimere». Gaja Pellegrini |
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Firenze |
16 giugno |
Coordinamento
toscano a sostegno della Repubblica saharawi Sempre
sabato, il Coordinamento, data la eccezionalità degli
ospiti, ha poi organizzato un momento conviviale, una Cena con il
Presidente della RASD a ROSIGNANO, presso il Ristorante “I
Canottieri”, sul mare, con menù di pesce. Il costo
della simpatica Iniziativa di solidarietà (il cui scopo è
anche la raccolta fondi per i saharawi) è di Euro 25.000 a
persona, 15.00 i bambini sopra i 7 anni. |
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Bologna |
14 giugno |
l'Associazione
Ya Basta di Bologna vi invita: My Makhzen & Me (marocco/2011) di Nadir Bouhmouch (41') Nel febbraio 2011 nel pieno della Primavera araba, un movimento per la democrazia, la giustizia e la dignità prende forza anche nelle strade del Marocco contro la dinastia reale dei Makhzen. My Makhzen & Me compone il mosaico delle immagini auto-prodotte e rimbalzate sui profili facebook in quei giorni, filmando gli ostacoli che giovani e studenti incontrano in una battaglia per la libertà e i diritti violentemente repressa. Introduzione
e dibattito con Luciano Ardesi, presidente del ANSPS,
Associazione nazionale di solidarietà con il popolo
saharawi Sara Scheggia, giornalista freelance |
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Accoglienza bambini Saharawi 2012 Come
ogni anno in occasione dell'accoglienza estiva dei piccoli
ambasciatori di pace Saharawi, ricerchiamo volontari che seguano
per almeno una settimana il gruppo di bambini.
logistica
(trasporti con i mezzi messi a disposizione dai Comuni ospitanti
nei vari luoghi previsti) La disponibilità deve essere di 24 ore su 24 . I
volontari avranno vitto e alloggio gratuito. Le
caratteristiche indispensabili sono: Le
caratteristiche preferibili sono: I
volontari avranno copertura assicurativa per tutto il periodo
svolto. |
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Il
5 per mille della nostra IRPEF per il popolo Saharawi
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CF: 91193730370 |